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Preambolo - Formule

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Le formule usate più frequentemente nel preambolo sono:
premesso che
si usa per richiamare elementi e circostanze (fatti, comportamenti, atti, documenti, norme giuridiche, ecc.) da cui si comincia a delineare l'esigenza di adottare l'atto
dato atto che
si usa per attestare, senza fare alcuna valutazione, elementi e circostanze obiettivi che esistono o si sono realizzati all'interno dell'amministrazione, e di cui si è avuto riscontro in modo immediato e diretto 

preso atto che
si usa per registrare elementi e circostanze obiettivi che esistono o si sono realizzati al di fuori dell'amministrazione, e di cui si è venuti a conoscenza in modo mediato e indiretto
visto
si usa per richiamare sinteticamente le norme (leggi statali, o regionali, regolamenti) che disciplinano la materia oggetto dell'atto, il procedimento amministrativo e la competenza dell'organo ad adottare l'atto. La formula è utilizzata anche per richiamare eventuali circolari e atti inerenti la materia
richiamato
si usa generalmente per citare la giurisprudenza e la dottrina adottate a sostegno dell'atto
accertato che/verificato che/riscontrato che/constatato che
si usa per attestare o registrare, senza fare alcuna valutazione, circostanze o elementi obiettivi di cui l' amministrazione è venuta a conoscenza a seguito di un'apposita attività di indagine, svolta sulla base di regole, conoscenze tecniche, esame di atti e documenti
acquisito agli atti presso
si usa per citare i documenti che appartengono all'istruttoria dell'atto e che sono conservati presso la struttura competente (ad esempio, verbali, istanze, relazioni tecniche, corrispondenza interna ed esterna, pareri di  organi tecnici). Questi documenti non vanno allegati all'atto
rilevato che
si usa per esprimere, sulla base di elementi e circostanze accertate o note, una prima valutazione, ripresa eventualmente in modo più approfondito nella motivazione


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Ultimo aggiornamento: 11 gennaio 2007